martedì 7 febbraio 2012

La profezia del Maestro

   Lui era il guru per i quadrupedi, come Terzani per il giornalismo, Bowie per il rock, Obama per la politica. E il guru aveva sentenziato: il belga non è adatto a una donna.
   Il guru era il veterinario più famoso della regione. Superata da poco la soglia dei settanta, riceveva pochi fortunati nel suo casolare isolato, introvabile, circondato da frutteti e distese di grano. Per andarlo a trovare la bipede aveva bleffato, millantando nella sua famiglia generazioni di cacciatori accorsi da lui negli ultimi decenni. Ma era una bugia a fin di bene: il belga a sei mesi non la smetteva di zoppicare, nessuno capiva il perché. E il maestro aveva una fama leggendaria. Si diceva che avesse salvato casi disperati, un cane che aveva mangiato un tappeto, un’altro che imbiancava il pelo, un altro ancora che non si alzava più lo aveva rimesso sulle zampe in due giorni. Non c’era altro da fare: macinare quei 70 chilometri e, a un certo punto, chiedere a chiunque si incontrasse tra la bassa padana dove risiedesse il guru. Tanto lo conoscevano tutti da quelle parti.
  Una volta entrati nel casolare ci si immetteva nella sala d’aspetto: pareti scrostate, qualche sedia reperto di guerra e una porta spalancata su una turca. Altro che tempio mistico: muffa e sigaro al posto dell'incenso. Il maestro dalla stanza accanto invitava ad entrare, spiazzando ogni novello discepolo. Lei azzardò ma se ne pentì presto: sul tavolo operatorio c’era finito un gatto dal ventre semi-squarciato su cui il guru infieriva con le mani. Come fosse un arrosto da farcire e mettere in forno. 
   “Finisco l’intervento e poi vediamo che c’è, resti pure”, fece brusco il maestro. Nel frattempo una serie di personaggi animavano la stanza: la moglie del veterinario che sbadigliava, l’amico che era venuto a fare due chiacchiere sul tempo, il cacciatore-habitué che rispondeva sulle previsioni della settimana. Meglio indietreggiare e restare nella sala d’aspetto, pensò la bionda, altrimenti il belga mi si innervosisce. Di certo, lo spettacolo di un gatto sotto i ferri innervosiva lei. Ma ai discepoli, a quanto pare, era richiesto un atto di fede.  
   Arrivò il turno del belga e quindi della prima domanda per la bionda: “Ma è suo?”. Come per ogni veggente che si rispetti, il discorso si era fatto tra il sibillino e l’apocalittico. "Se vive vicino a un'autostrada- indicando il quadrupede- è meglio che lo lasci lì". Pausa e sospiro. "Sono cani molto belli". Pausa e alzata di spalle. "Ma decisamente squilibrati”. Poi la mazzata: “Per una donna è meglio un barboncino, tutt’al più un golden”. Insomma, uno schiaffo a secoli di lotta di genere e a trentatre di guerra di indipendenza personale. Lei inghiottì il rospo: non era il momento di fare polemica, doveva curare il suo belga. Così, per fortuna, il maestro passò alle domande sulla zoppia, tastò le zampine del pastore che nel frattempo guaì più volte. Si finì con una serie infinita di medicine da prendere più volte al giorno, in diverse combinazioni, finché la zoppia non fosse passata. “Ma tornerà e se ne andrà più volte fino a quando la crescita non si sarà stabilizzata, all’incirca intorno ai 20 mesi”, fu la profezia. La bionda iniziò a preoccuparsi, il guru forse si impietosì: “E’ una cosa piuttosto frequente”, minimizzò. Ma poi impietosito non lo era per niente: “In realtà si deve preoccupare di ben altro- ghignò indicando il capo del quadrupede- della sua testa”.
  
La bionda saldò la visita, prese la ricetta e se ne uscì dal casolare incazzata nera. Fece poi quello che nessun discepolo dovrebbe fare: dar retta alla profezia a metà. Curò infatti il belga per la zoppia che smise e ritornò più volte fino ai 20 mesi. Proprio come il maestro aveva annunciato. Tutto il resto lo snobbò alla grande.

ps: ogni riferimento a luoghi e personaggi reali  è frutto di una rielaborazione fantastica e molto, molto personale.


2 commenti:

  1. E' un racconto bellissimo. Come del resto quelli di tutti gli altri post. In genere quando entro in un blog non vado oltre la seconda riga. Qui mi sono letto ogni cosa tutto d'un fiato

    RispondiElimina
    Risposte
    1. grazie..a dire il vero ora che lo rileggo con calma trovo pure degli errori (ho scritto 2 volte bipede invece di quadrupede!)...ahhh...che frana..cmq grazie ancora...i complimenti ogni tanto ci vogliono :-)

      Elimina